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L’antica fortezza dei Montefeltro a San Leo

L'antica rocca - fortezza  di San LeoForse la più conosciuta e celebrata tra le fortezze del Montefeltro, la rocca di San Leo svetta, in posizione imprendibile, alla sommità di una cuspide rocciosa che sovrasta l’abitato omonimo e domina la valle del Marecchia. L’importante posizione politica e strategica del centro, nell’ambito di un territorio di confine lungamente frazionato e conteso, favorì la creazione di una piazzaforte tra le più importanti d’Italia, spesso riconosciuta come modello di inespugnabilità.

I vantaggi del sito vennero sfruttati fin dal Medioevo, ma le forme dell’attuale struttura difensiva risalgono alla seconda metà del XV secolo, quando Federico da Montefeltro realizzò una serie di opere, forse solo in parte condizionate da precedenti interventi, cui quasi certamente sovraintese Francesco di Giorgio Martini.

La fortezza si articola su due livelli. In sommità si estende la compatta struttura di un mastio dalla forma allungata che si protende verso levante con profilo acuminato, mentre più in basso si trovano due torrioni collegati da una cortina dal profilo spezzato che danno luogo a una composizione di forme articolate e complesse, spesso in contrasto fra loro. Gli elementi a scarpa, le cornici e i modiglioni di coronamento sono elementi ricorrenti nel repertorio dell’architetto senese, che forse qui fu impegnato in una delle sue più precoci opere di fortificazione.

La fama della rocca è anche dovuta alla reclusione di Giuseppe Balsamo  Conte di Cagliostro, misterioso avventuriero che caratterizzò il secolo dei Lumi, “amico dell’Umanità” oppure comune ciarlatano? Taumaturgo, personaggio di spicco negli ambienti massonici dell’epoca. La sua fama di alchimista e guaritore raggiunse le corti più importanti d’Europa dove gli fu possibile stringere amicizie con personaggi di spicco.

Sfidò apertamente la Chiesa fondando a Londra una loggia di Rito egiziano e assumendo il titolo di “Gran Cofto”. Il Sant’Uffizio non tardò a colpirlo emettendo una condanna a morte per eresia e attività sediziose. La pena fu commutata da papa Pio VI nel carcere a vita, da scontare nelle galere della fortezza di San Leo dove egli morirà il 26 agosto 1795, portando con se tutti i segreti di un’esistenza inquieta e avventurosa.

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